Una serata di approfondimenti dedicata a Bruno Touschek. Il Forum Austriaco di Cultura ripercorre la vita del fisico austriaco sulla scorta del film documentario: BRUNO TOUSCHEK con AdA a Orsay – Storia delle prime collisioni fra elettroni e positroni in un laboratorio. Un film di: Enrico Agapito, Luisa Bonolis, Giulia Pancheri – regia Enrico Agapito. “Noi fisici gli siamo grati come a pochi altri; perché il profondo cambiamento dei mezzi strumentali con cui oggi si fa la fisica delle particelle è merito suo, e proprio perché in tanti ne abbiamo approfittato la fisica ha fatto in questi anni passi così grandi” (Carlo Bernardini). Bruno Touschek nasce a Vienna nel 1921. Studente brillante, fatica a completare gli studi a causa delle leggi razziali che lo costringono ad abbandonare l’Università di Vienna nel 1940. Si sposta quindi ad Amburgo, dove continua gli studi e dal 1943 inizia a lavorare con Rolf Wideröe allo sviluppo del betatrone, il primo acceleratore circolare di elettroni. Nel 1945 Touschek viene arrestato dalla Gestapo. La cooperazione con il fisico norvegese continua anche durante la prigionia. In marcia verso il campo di concentramento, Touschek collassa e viene fucilato, ma non muore. Tornato prigioniere verrà liberato dalle truppe inglesi. Nel 1946 si laurea a Gottinga e nel 1947 inizia la propria carriera universitaria a Glasgow. Nel 1952 accetta un posto come ricercatore all’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare di Frascati e si trasferisce in Italia. La chiave di volta nella propria ricerca scientifica Bruno Touschek l’ha durante un seminario che tiene a Frascati in cui il fisico austriaco sostiene l’importanza di uno studio sistematico sulle collisioni elettrone positrone, era il 7 marzo 1960. In poco meno di un anno il team di Frascati mette in pratica l’idea di Touschek: una macchina acceleratrice costituita da un unico anello magnetico nel quale fasci di elettroni e positroni circolano alla stessa energia in versi opposti. Scontrandosi frontalmente, particelle e antiparticelle si annichilano dando luogo a una trasformazione di materia in energia. AdA (Anello di Accomulazione), il primo strumento per capire la fisica delle particelle è stato messo a punto nei laboratori italiani sviluppando l’idea di un fisico austriaco. Un prototipo di soli 4 metri di circonferenza da cui si evolveranno le macchine acceleratrici più evolute, fino a quella del CERN di Ginevra. “È difficile rappresentarsi, senza averlo conosciuto, Bruno Touschek. All’opposto dello stereotipo del professore di fisica, assorto nei suoi pensieri e un po’ svagato, dovete immaginare un tipo irrequieto, propenso a dire battute eccentriche e stravaganti, a fare giochi di parole ibridi (austriaco+italiano+inglese) e a saettare con occhi vivacissimi all’indirizzo dell’interlocutore. Bruno era un cultore di Karl Kraus e della sua satira mitteleuropea, un gioiello della letteratura sarcastica; in più, Bruno sapeva disegnare, con quel tratto impietoso che possiamo vedere in certi disegni di Egon Schiele.” (Carlo Bernardini) Parallelamente alla proiezione del film documentario di Enrico Agapito “Bruno Touschek. Con AdA a Orsay”, vi proponiamo una piccola ma significativa selezione di disegni del fisico austriaco. Non mancheranno le testimonianze di chi lo ha conosciuto. Partecipano la Dott.ssa Giulia Panchieri (Fisica e allieva di Touschek), il Dott. Andrea Ghigo (Responsabile della Divisione Acceleratori dei Laboratori di Frascati e figlio di Giorgio Ghigo che ha collaborato con Touschek alla costruzione di AdA) e Francis Touschek, figlio del fisico austriaco.