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HELMUT BERGER, ACTOR-di Andreas Horvath

HELMUT BERGER, ACTOR-di Andreas Horvath

3 Giugno 2016 | 18:30 - 19:30
Palermo - Cinema De Seta, via Paolo Gili, 4

proiezione film (v.o. con sottotitoli in italiano)

 

Con “Helmut Berger, Actor”, il documentario di Andreas Horvath, il Forum Austriaco di Cultura Roma partecipa alla sesta edizione del SICILIA QUEER 2016 INTERNATIONAL NEW VISIONS FILMFEST. Il festival, che si tiene a Palermo dal 29 maggio al 5 giugno 2016, mostrerà la pellicola austriaca il 3 giungo presso il Cinema De Seta (Cantieri Culturali alla Zisa – via Paolo Gili, 4).

Il lungometraggio, già presentato alla Biennale di Venezia 2015 nella sezione Venezia Classici è “un implacabile seppur intimo ritratto di Helmut Berger, leggendario attore e prima “musa” di Luchino Visconti. All’apice del suo successo e della sua bellezza Berger incarnava l’esuberante stile di vita jet-set degli anni 70. Da pochi anni la sua vita è però diventata più solitaria e modesta. L’uomo che personificava Re Ludovico II in maniera così inquietante nell’omonimo film di Visconti, ora regna in un decadente bilocale nella periferia della sua città natale, Salisburgo.” (così la redazione del Sicilia Queer)

Questo quanto si legge nella scheda del film della Biennale:

Sinossi A 18 anni Helmut Berger scappò dall’atmosfera claustrofobica che negli anni sessanta caratterizzava Salisburgo, la sua città natale. Il suo orizzonte era sempre stato più vasto, variopinto e misterioso di quello dei suoi concittadini. Tanta fortuna, ma anche talento e, ebbene sì, duro lavoro, lo fecero finire dritto fra le braccia di Luchino Visconti. Al culmine della sua celebrità e bellezza, Helmut Berger simboleggiava l’esuberante stile di vita mondano degli anni settanta. Avendo scelto Saint Tropez quale improbabile quartier generale, il jet set offriva regolarmente alla stampa storie frivole e scandalose, ed Helmut Berger era una delle fonti principali. Quando Visconti morì nel 1976, Berger non perse solo il suo regista più devoto e affezionato, ma anche un maestro, un amante e una figura paterna. La caduta era inevitabile. Il film, un ritratto intimo dell’anziano Helmut Berger, racconta il suo carattere brusco per quel che è veramente: una richiesta di attenzione, vicinanza e intimità. La radicalità e la spietatezza con cui l’uomo mette a nudo le sue emozioni e mette in mostra il suo corpo presentano analogie con il movimento dell’Azionismo viennese. E proprio come l’Azionismo, Berger usa la performance art come mezzo per esprimere il proprio disagio.

Commento del regista

Il titolo tedesco ufficiale del film di Visconti Gruppo di famiglia in un interno del 1974, in cui il giovane attore Berger impersona l’impetuoso rivoluzionario Konrad che porta il caos nella vita di un anziano professore, sembra quasi un motto della visione del mondo di Helmut Berger. Relazionarsi a Helmut Berger significa restare impigliati fra estremi opposti: arroganza e umiltà, grandiosità e ridicolo, vicinanza e distanza e, appunto, violenza e passione. Non che non fossi stato avvisato. Eppure volevo entrare nel mondo di Helmut Berger. Essere sconvolto da questo affascinante impostore, questo ammiccante, ancora profondamente sincero attore che non recita.

Questo il trailer del film: https://www.youtube.com/watch?v=sK3Xd1vbkcE

Andreas Horvath nasce a Salisburgo nel 1968. Studia fotografia a Vienna e arte multimediale a Salisburgo. Da fotografo freelance e regista pubblica volumi di fotografia e film indipendenti. I suoi documentari hanno ricevuto riconoscimenti al Chicago International Documentary Film Festival, al Karlovy Vary IFF e al Max Ophüls Prize Festival. Come fotografo ha pubblicato volumi fotografici in bianco e nero sulla repubblica di Yakutia (Siberia) e sull’America rurale. Nel 2013 riceve il Outstanding Artist Award da parte del Ministero Austriaco per l’educazione, l’arte e la cultura.

http://www.andreashorvath.com/